CarpInScienza, alberi e robot, giovani scendono in campo per salvare il Pianeta

I ragazzi di quattro scuole dietro la sesta edizione della rassegna. Dieci giorni di incontri con climatologi, matematici, economisti. Le nuove generazioni, l’impegno verso Cop 26, un bosco che cresce

L’intelligenza artificiale e la soft-robotica di Cecilia Laschi, una delle 25 «donne geniali» della cybernetica umanoide nel mondo. E poi lo sguardo nello spazio con la «Signora delle comete» Amalia Ercoli Finzi, prima donna in Italia a laurearsi in Ingegneria aeronautica e quindi direttrice del Dipartimento di ingegneria aerospaziale del Politecnico di Milano. E poi c’è la fenomenologia dei «Pinguini all’equatore» analizzata dai climatologi Luca Perri e Serena Giacomin. E poi l’economista Carlo Cottarelli impegnato a spiegare, per una platea di studenti ma non solo, dove sta andando (e dove vogliamo far andare) l’Italia dopo il Covid. E il matematico Luca Balletti a dimostrare «come la matematica ti cambia (in meglio) la vita».

Sono solo alcuni tra i momenti che riempiono quest’anno la nuova edizione (la sesta) di CarpInScienza ovvero il Festival delle «Stem» – delle materie scientifiche, per restare in gergo scolastico – dedicato questa volta al tema delle TrasformAzioni e che, iniziato lunedì, proseguirà fino al prossimo 30 settembre. La particolarità (o comunque una delle particolarità) di questa manifestazione rispetto ad altre simili è che l’organizzazione di questo appuntamento divenuto ormai tradizionale si deve a una rete di quattro scuole secondarie superiori (Fanti, Vallauri, Da Vinci e Meucci) che partendo dal basso, come si dice, e cioè dall’impegno dei loro studenti e professori possono oggi esibire un albo da 45mila partecipanti tra il pubblico negli anni passati, oltre 900 volontari coinvolti e cento eventi realizzati fra tutto. Che non è poco, per una cittadina come Carpi in provincia di Modena.

Polmone verde

Ovviamente, anche da un punto di vista delle risorse necessarie, al risultato concorre il sostegno di realtà come Fondazione Cr Carpi, in prima fila in particolare su alcuni tra gli incontri in programma e segnatamente quello di lunedì prossimo con il metereologo Luca Lombroso intitolato «Immagina se… Cop 26 fosse la Cop della svolta». L’appuntamento inserito nel Festival rappresenta anche la conclusione della rassegna «It’s natural – Forestazione urbana e dialoghi green», promossa dalla Fondazione per affiancare la massiccia opera in corso nel grande Parco Santacroce, di sua proprietà, con la messa a dimora di ulteriori 7mila specie arboree e arbustive, oltre alle tremila già presenti, per un polmone verde da 10mila piante a pochi passi dal centro di Carpi.

E quest’ultima rassegna promossa nella cittadina rientra a sua volta nel programma nazionale All4Climate – Italy 2021, voluto dal ministero della Transizione ecologica per sviluppare un percorso ufficiale di appuntamenti in tutta Italia in vista della riunione ministeriale preparatoria e dell’evento internazionale dedicato al ruolo dei giovani «Youth4Climate2021: Driving Ambition» in programma tra poco a Milano: la cosiddetta Pre-Cop, in attesa della Cop26 fissata per novembre a Glasgow.

Cambio di passo

Sono quelle il presidente della Fondazione, Corrado Faglioni, chiama «le grandi assemblee di condominio del pianeta Terra» e che a loro volta «chiamano in causa tutti noi»: da Glasgow a Carpi, appunto. «A oltre un anno dalla precedente Cop 25 – ricorda il presidente, anticipando una parte della sua introduzione all’incontro di lunedì – il mondo è cambiato e la pandemia ha lanciato un segnale, una sorta di avvertimento da non sottovalutare. La nostra economia, la globalizzazione, la “civiltà globale interconnessa”, sono estremamente fragili e in questo senso il lockdown di marzo 2020 è stato un esperimento involontario unico: lo stop delle attività economiche ha mostrato quanto rapido possa essere un cambio di abitudini ma anche quanto lento sia il sistema climatico nel reagire.

Le emissioni di gas serra durante il lockdown sono calate dell’8-10 per cento, ma la concentrazione di CO2 nell’atmosfera no. Perciò servono tagli ancora più ambiziosi, non per necessità ma per virtù. Mentre finora, tra gli accordi di Rio del 1992 e la Cop di Madrid del 2019, le emissioni sono salite del 60 per cento. Il cambio di passo serve ora, non domani. Dobbiamo iniziarlo noi, ma a portarlo avanti dovranno essere le nuove generazioni». Di qui l’importanza di cogliere il segnale proveniente da Carpi, con l’impegno di quattro scuole riuscite a mettere insieme un programma di così alto livello. E di qui anche l’importanza di vedere, ettaro dopo ettaro, la crescita del parco innescata dalla Fondazione. Parco che proprio in questo mese di settembre è aumentato di altri duecento alberi su un’area prima destinata a uso agricolo. «Il polmone verde della nostra città – dice Faglioni – sta respirando sempre più intensamente».

articolo preso da: https://www.corriere.it/buone-notizie/21_settembre_22/carpinscienza-alberi-robot-giovani-scendono-campo-salvare-pianeta-b3e1f122-1b7f-11ec-8752-2a4387430cab.shtml?refresh_ce